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Episodi violenti in casa |
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![]() immagino il suo spavento. E' vero, una reazione come quella di suo marito va senz'altro al di là della normale vita di coppia.
Immagino anche che lui debba covare dentro un forte disagio, anzi dolore, che si concentra ed esprime in queste esplosioni di violenza. Certo, il dolore non giustifica, e una vita così può diventare intollerabile.
Probabilmente suo marito ha trovato questa via di sfogoa scapito di manifestazioni più sane, costanti e misurate della sua rabbia. Non mi stupirei se fosse un uomo, oltre che permaloso e irascibile,anchemediamente calmo e accondiscendente in alcuni aspetti della sua vita, o comunque gentile e dai modi controllati, per esempio socialmente. Di solito questa gentilezza èconnessa ad un forte autocontrollo, a sua volta legato alla paura della propria aggressività, che sicomprime finchéimprovvisamente , ad uno stimolo apparentemente innocuo, si libera in una forma spaventosa.
Il suo uomo dovrebbe fare un viaggio dentro di sé per guardare in faccia la sua rabbia repressa. Di solito è motivata ed è legata al proprio passato, ma per qualche motivo profondo si sceglie di non vederla, e lei si ribella.
E' una responsabilità verso se stesso e verso di voi. Finché siamo bambini la nostra vita psicologica è nelle mani deinostri genitori, che fanno ciò che possono. Daadulti non è più così. La vita può cambiare e noi possiamo essere in grado di vivere secondo i nostri veri desideri. Suo marito non deve nascondere la testa sotto la sabbia e affrontare il suo dolore.
Per certi versi, il suo pentimento dopo l'esplosione mi fa pensare ad una sorta di presa di coscienza del male fatto, che fa sperare. Purtroppo però non basta: la paura di andare a fondo dentro di sé potrebbe farlo retrocedere e arenare sulla rimozione, che porterebbe ad ulteriori violenze, che a loro volta causerebbero sensi di colpa inevitabilmente collegati ad altra rabbia e così via in un circolo vizioso nevrotico.
Non voglio spaventarla, ma la metto in guardia.
Suo marito merita di vivere felicemente come tutti noi, ma non necessariamente ha il dovere di farlo e non per questo deve rendere impossibile la felicità dei suoi cari.
Non si faccia prendere dai luoghi comuni come: "Non lo lascio per nostra figlia", perché una figlia ha bisogno di un padre "sufficientemente buono": non perfetto, non superman, ma neanche negativo e violento.
E' anche vero che lei non può far nulla per aiutarlo; deve essere lui a decidere di aiutarsi, e rivolgersi ad unesperto che fa il mio lavoro.
Sono convinta che nessun uomo e nessuna donna debba sopportare la bruttura della violenza, neanche per amore: se lei permette al suo uomo di essere brutle con lei, sotterraneamente non fa che dargli il messaggio che tutto sommato quella è la sua identità, e non può cambiare.
Spero di averla un po' aiutata, nonostante il tema complesso e irriducibile ad una risposta.
Auguri di cuore.
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